Atletica: Coe “sport più competitivo, merita massima visibilità”

Vincere una medaglia nell’atletica
leggera “è statisticamente più difficile che in qualsiasi altro
sport. Ed è per questo che facciamo tutto il possibile per
promuovere questa disciplina e darle grande visibilità”. Lo ha
affermato l’ex olimpionico e ora presidente di World Athletics
Sebastian Coe, parlando con il solito entusiasmo da Nassau alla
vigilia dei mondiali di staffette, che alle Bahamas vedrà in
scena tanti grandi velocisti, tra i quali Marcell Jacobs e il
suo rivale Noah Lyles. La federazione mondiale è stata di
recente criticata per la scelta di assegnare premi in denaro
alle Olimpiadi di Parigi, 50mila dollari a chi vincerà l’oro,
un’iniziativa che rispecchia in parte proprio quella volontà.
    Dopo il ritiro della leggenda Usain Bolt, capace da solo di
attirare l’attenzione globale, Coe conta di riaccenderla in
vista delle Olimpiadi anche grazie alla serie tv firmata da
Netflix, incentrata proprio sui velocisti. Secondo l’ex campione
britannico, i sei episodi dedicati allo sprint e aventi come
sfondo i Mondiali 2023, oltre a svelare tanto della vita e del
lavoro dei campioni, mostreranno soprattutto come a Budapest
siano saliti sul podio atleti di ben 46 Paesi diversi. “Non c’è
nessuno sport sul pianeta che possa fare altrettanto – ha detto
Coe -. C’è tanto straordinario talento nel nostro sport, che
vanta anche grande inclusività e coinvolgimento”. Ma tutte le
doti messe in mostra dagli atleti sono anche un rischio, ha
avvertito il n.1 della federazione internazionale: “Sono
profondamente consapevole che a bordo pista, anche qui, ci sono
tanti reclutatori di basket e football americano che guardano il
talento in mostra, pronti a fare le loro offerte. L’atletica è
più trasferibile di qualsiasi altro sport”.
   

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