Armageddon Time, crescere ribelli negli anni di Reagan

(ANSA) – ROMA, 17 MAR – E’ un coming-of-age, una bella storia
di formazione e crescita personale in America durante gli anni ’80, quella che ha come protagonista Paul, un ragazzino di
dodici anni che dovrà confrontarsi con le contraddizioni di una
società in cui dilagano razzismo e discriminazioni. E’
ARMAGEDDON TIME – IL TEMPO DELL’APOCALISSE di James Gray, che
dopo gli applausi al Festival di Cannes e ad Alice nella città,
arriva in sala con Universal dal 23 marzo con un cast
eccellente, con Oscar Isaac, Anne Hathaway, Anthony Hopkins,
Robert De Niro, Cate Blanchett, Banks Repeta e Jeremy Strong.
    Tutto ruota intorno a questo inquieto ed esile ragazzino di
nome Paul Graff che ama l’arte astratta (su tutti Kandinsky) e
che ha un fratello più grande, un tipico padre conformista
dell’epoca (Jeremy Strong) che si aspetta con il figlio uno
scatto sociale e una madre protettiva (Anne Hathaway). Paul si
ritrova come amico del cuore più che vivace Johnny (Jaylin
Webb), un compagno di classe orfano, ostracizzato a scuola per
il colore della pelle (è l’unico afro-americano). Con lui vivrà
le sue piccole necessarie trasgressioni. D’altronde Paul si
crede protetto da sua madre, anche perché rappresentante dei
genitori della sua classe, e da suo nonno pieno di saggezza e
che gli racconta sempre di come la sua famiglia ebrea se la sia
cavata durante la Shoah. Ma un brutto giorno un incidente vede
coinvolti entrambi gli adolescenti e Paul viene mandato in una
scuola privata, dove il consiglio è presieduto dal padre di
Donald Trump. Lì dovrà mettere la cravatta e conoscere ancora
meglio lo spirito di certa America, ovvero il suo elitarismo e
razzismo più autentico. Per fortuna sullo sfondo c’è la musica
dei The Clash. (ANSA).
   

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