Arianna Fontana ‘punto a tutto e non è detto che smetto’

Il click per dire basta non le e’ mai scattato, perché alla soglia della sesta Olimpiade la donna dei record non solo non lascia ma raddoppia. Arianna Fontana a un anno dai Giochi di Milano-Cortina ha il desiderio di graffiare il ghiaccio di quando appena adolescente si affacciava a Torino per la sua prima Olimpiade: sono passati vent’anni e da allora la regina dello short track ha messo insieme una mole di medaglie che la rendono la numero uno a cinque cerchi.
    All’edizione italiana non poteva proprio rinunciare, lei che sarà l’unica a poter dire di aver partecipato per due volte alle Olimpiadi di casa, aggiungendo un altro tassello: lo farà in due discipline, la sua storica e la pista lunga.
    “A smettere non ho ancora mai pensato – racconta all’ANSA l’azzurra – certo sapere che avremmo disputato i Giochi in casa è stato un incentivo. Farlo due volte, direi, è unico. E poi dopo gli ultimi Giochi ho cominciato a pensare di poter fare sia short track sia speedskating. Se ci fossero state piste adeguate sarei rimasta in Italia, in Olanda chiedevano cifre spropositate: quindi sono andata in America”.
    Molte cose sono cambiate dal 2006: “Questa sarà per me l’Olimpiade della maturità, ne è passata di acqua sotto i ponti, sono crescita, e con me l’esperienza. Tante cose sono cambiate in meglio, ma so di poter ancora competere con le migliori al mondo”. Agli europei di Dresda infatti sono arrivati altri due ori che si aggiungono a un elenco lunghissimo di medaglie e trofei, con una striscia ininterrotta di podi olimpici: dal bronzo in staffetta a Torino, solo 15enne, agli ori di Pyeongchang 2018 e Pechino 2022, passando per le medaglie di Vancouver 2010 e Sochi 2014. In mezzo anche un brutto affaire con la federazione e un processo contro alcuni compagni di nazionale, accusati dalla Fontana di aver messo in atto un sabotaggio facendola cadere in allenamento. Gli azzurri sono stati poi assolti e da allora c’è molta freddezza nei rapporti con tutto lo staff. La campionessa di Sondrio, che ad aprile compirà 35 anni, di fatto – gare a parte – fa vita a sè, seguita dal marito coach Anthony Lobello. “In Usa ci passo molto tempo, ma mai pensato di gareggiare per un’altra maglia che non fosse quella azzurra – precisa – l’idea del doppio impegno l’ho avuta proprio in vista dei Giochi in casa. Ho pensato se arrivo a Milano voglio fare qualcosa in più per ripagare il pubblico italiano che in questi anni mi ha dato tantissimo”. Nella pista lunga punta a qualificare la Team Pursuit e ei si cimenterà nella mass start, sullo short “farò tutto come al solito” ride la pattinatrice azzurra. Fino ad ora il doppio binario ha funzionato: “C’è stata molta collaborazione e mi sono trovata bene con la nazionale della pista lunga , è un anno di sperimentazione vediamo che esce fuori – aggiunge Fontana – adesso tengo ciò che è buono e butto via quello che non va”.
    Milano-Cortina comunque la vede come un’occasione importante, non solo per gli atleti: “Saremo pervasi da un sentimento di felicità, speriamo sia l’occasione anche per guardare oltre a periodi non facili. Trionferanno tutti i valori positivi. Il portabandiera? Potrei ripropormi io – scherza l’azzurra, alfiere nel 2018 – se non dovessi fare un nome direi Federico Pellegrino, dopo di me…”.
    Perché lei ai titoli di coda proprio non ci pensa: “Vediamo dopo le Olimpiadi, non so se saranno le ultime – dice – ma se sarà così sarò felice di aver chiuso in casa. Nel futuro poi vedo tante cose, i figli se Dio vorrà, Anthony mi chiede quanti ne avremo. E comunque restare nello sport da allenatrice, dirigente, membro Cio, Isu ho tanti anni di esperienza da mettere al servizio per le future generazioni. Il click per chiudere però non è arrivato…”. E allora testa e gambe ai Giochi di casa.
   

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