Anche i moderati d’Europa ammettono che la migrazione è un problema

Qualcosa sta cambiando, anche in Europa. Qualcuno sta andando contro a quello che ha raccontato per anni. Qualcuno, anzi, in molti oramai hanno capito che il problema esiste, che a Bruxelles non si è fatto e non si sta facendo abbastanza. Soprattutto da ieri sostenere che quella dei migranti sia un’emergenza, sostenere che «molti dei migranti in realtà non hanno bisogno di protezione internazionale» e che «serve una barriera ad Est» non è solo la destra, i fascisti, quelli brutti, cattivi e senza cuore.

Ieri infatti in Svezia è stato il leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber a rilasciare le seguenti (per certi versi, storiche) dichiarazioni: «Siamo sonnambuli in una nuova crisi migratoria». Traduzione. Per il numero uno dei Popolari, i moderati mica gli estremisti, a Bruxelles si dorme, si russa, si chiude gli occhi davanti ad una situazione che così com’è stata gestita negli ultimi anni si è rivelata un autentico fallimento. Non solo.

«Le capacità di accoglienza dei migranti attraverso le rotte balcaniche e mediterranee (cioè dall’Italia) sono esaurite».

E non pensate che l’opinione del politico tedesco sia isolata. In Svezia, nel corso del vertice tra i Ministri dell’Interno dell’Unione Europea la Commissaria Europea agli affari interni, Ylva Johansson ha spiegato che siamo nel pieno di una vera e propria crisi migratoria: «C’è stato un enorme aumento degli arrivi irregolari di migranti. Abbiamo avuto 300 mila arrivi e più di 950 mila richieste di asilo. Stiamo sovraccaricando le capacità di accoglienza. Molti di loro non hanno bisogno di protezione internazionale». Traduciamo:

Siamo nel pieno di una crisi, cioè di una sorta di invasione. Le nostre capacità di accoglienza sono sovraccariche; e con questo mettiamo a tacere per sempre quel concetto di «possiamo e dobbiamo accogliere tutti, a prescindere». La maggioranza, la stragrande maggioranza di coloro che vengono sono persone che NON scappano dalla guerra, che NON sono perseguitate, che NON sono in fin di vita ma semplici migranti alla ricerca di una vita migliore di quella che hanno nei loro paesi: migranti economici.

Non bastasse, proprio dalla Svezia, che sta ospitando il vertice ma che sta vivendo un momento di forte tensione sociale proprio legata ai migranti irregolari con assalti, incendi, terrorismo, e che per anni era stata paladina del buonismo dell’accoglienza ecco la violenta e dura marcia indietro: «L’immigrazione è stata insostenibile» ha detto il primo ministro, Kristersson. Mentre il suo ministro dell’immigrazione ieri ha spiegato che «bisogna fare una campagna di informazione contro le partenze spiegando quali siano le regole che si applicano nei nostri paesi…».

In ultimo, per chiudere il cerchio, c’è stato chi ha parlato della costruzione di un muro: «a nessuno piace costruire recinzioni, ma dove è necessario sarà fatto», firmato da Karl Nehammer, cancelliere austriaco..

Tirando le somme, quello che ne esce in realtà non è nulla di nuovo, come concetti: la migrazione è un problema, la Ue non ha fatto abbastanza, non c’è posto per tutti, bisogna fermare le partenze, bisogna migliorare le condizioni di vita delle persone nei paesi di origine, nel caso si a muri e blocchi navali. Frasi che sentiamo da anni. La novità, la notizia, è che chi le diceva fino a ieri era un razzista-fascista-estremista-di destra. Da oggi è un moderato.

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