Anatar, un ‘mockbuster’ da Star Wars a Avatar

o (ANSA) – ROMA, 23 NOV – Ritornare “al genere della parodia, “che tra gli anni’ 50 e ’80 è stato uno dei motori
dell’industria cinematografica italiana, con interpreti come
Totò, Franco e Ciccio (tra i loro classici Ultimo Tango a
Zagarolo, ndr), Vittorio De Sica, Walter Chiari, Macario,
Vittorio Gassman”. E’ uno degli obiettivi del produttore
Salvatore Scarico realizzando Anatar, da lui ribattezzato uno ‘spaghetti-fi’, o ‘mockbuster’, una commedia /farsa che
parodizza grandi successi. In questo caso un viaggio, che gioca
su Avatar e Star Wars, in sala dal primo dicembre con Green
Film. Protagonisti paperi spaziali in cerca di un nuovo approdo e
umani medievali e violenti su un pianeta chiamato Pandoro
(location Roscigno vecchia). Il tutto girato in due settimane a
basso budget (400 mila euro) principalmente nel Parco del
Cilento. Nel cast, con i protagonisti Azzurra Rocchi e Raffaele
De Vita, fra gli altri Ciro Villano, Walter Lippa, Paolo
Perinelli, Davide Marotta. Come firma alla regia viene usata
Alan Smithee, nome utilizzato convenzionalmente da cineasti che
prendono le distanze dal loro film. “Il regista non era
d’accordo su alcuni tagli alla storia – spiega Scarico – e
sull’allungamento che la produzione ha dovuto fare, perché la
durata originale era sotto i 77 minuti, il che avrebbe portato
alla denominazione di mediometraggio”. Avendo tra le fonti d’ispirazione Howard, il papero spaziale
creato per i fumetti Marvel e approdato anche sul grande
schermo, la storia parte dagli Anatar, anatre spaziali e
umanoidi che dopo aver esaurito le risorse sul loro pianeta,
Anat, si sono messi in cerca di un nuovo corpo celeste ricco di
risorse. La loro astronave attiva al pianeta Pandoro, che il
comandante militare Dark Feather vorrebbe attaccare e depredare.
    La principessa Avia (Rocchi), figlia dell’imperatore Quack, nel
tentativo di salvare gli abitanti, va in missione, assumendo
forma umana per creare un contatto. Si ritroverà però in
pericolo e ad aiutarla sarà l’unico umano di Pandoro che non si
è chiuso nell’ottusità, Germano (De Vita). Il film è nato anche
pensando al mercato estero: “Già abbiamo avuto richieste dagli
Usa, i Paesi asiatici – dice il produttore – e una piattaforma
italiana”. (ANSA).
   

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