Altro che laser; l’unica arma moderna dell’esercito russo è la propaganda

Mentre la guerra in Ucraina vive un momento di sostanziale stallo con l’esercito russo che fatica ad avanzare anche nel Donbass, non passa giorno che la macchina propagandistica del Cremlino annunci l’utilizzo di nuove e incredibili armi che dovrebbero essere risolutive nel conflitto.

Nelle scorse settimane la televisione di Stato Rossija1 ha parlato più volte del Poseidon: un siluro a propulsione nucleare guidato da intelligenza artificiale, attualmente in fase avanzata di sviluppo, equipaggiato con una testata termonucleare “sporca”. Il conduttore televisivo Dmitry Kiselyov, nel mostrare un video in computer grafica (in pratica una sorta di videogioco) ha affermato che «L’esplosione di questo siluro termonucleare vicino alla costa britannica provocherebbe uno tsunami gigante con onda radioattiva alta fino a 500 metri, il deserto radioattivo che lascerebbe dopo il suo passaggio sarebbe inadatto a qualsiasi cosa per molto tempo. Il siluro viaggia a una profondità di 1 km e ad una velocità di 200 km all’ora. Non c’è modo di fermarlo». Il video è stato subito commentato e ritrasmesso in tutto il mondo: il Poseidon è solo un prototipo mentre il video è una semplice elaborazione grafica ad uso e consumo della propaganda. Il Cremlino, infine, non ha mai parlato di tsunami radioattivi. Ma c’è dell’altro.

Lo scorso 19 maggio ha parlato il vicepremier russo Yury Ivanovich Borisov che ha annunciato: «La Russia sta impiegando armi laser nella sua operazione speciale in Ucraina, in particolare il sistema laser Zadira in grado di colpire obiettivi a una distanza di 5 km mentre il Peresvet può accecare bersagli come i satelliti a 1.500 km di altezza». Come fronteggiare delle minacce emergenti, come uno sciame di droni commerciali riconvertiti ad uso offensivo, in grado di sopraffare i sistemi di difesa di fascia alta? Come neutralizzare delle munizioni vaganti improvvisate con un fuoco di intercettazione economicamente sostenibile? Secondo Franco Iacch, analista strategico: «Tutti gli eserciti moderni stanno sviluppando armi ad energia diretta e a microonde ad alta potenza e compiendo i primi sforzi per integrare tali asset nelle loro piattaforme. Recentemente, il nuovo sistema di difesa missilistica laser di Israele, denominato Iron Beam, ha intercettato con successo mortai, razzi e missili anticarro. Il 13 aprile scorso la Marina Militare degli Stati Uniti ha intercettato con successo un bersaglio che rappresentava un missile da crociera subsonico in volo utilizzando un’arma laser ad alta energia completamente elettrica. Oltre ad una maggiore precisione e velocità di ingaggio, le armi ad energia conferiscono maggiore sicurezza, poiché non basano la propria potenza sul calibro e dalla polvere da sparo. Fino a quando l’arma riceverà energia continuerà a sparare per una capacità illimitata di “proiettili”. Senza considerare, infine, il costo irrisorio di un colpo laser. Inoltre l’impiego del sistema laser Zadira in Ucraina rappresenta perfettamente lo scenario asimmetrico che si ritrovano ad affrontare le truppe russe. Mosca è pienamente consapevole dell’efficacia dei missili del tipo Pantsyr e Tor, ma tali caratteristiche hanno un prezzo esorbitante se paragonate alle minacce come uno sciame di droni commerciali».

Ma cosa sono le le armi ad energia diretta? «Sono concepite » -ci spiega Franco Iacch- «per livellare la strategia di logoramento (che prevede l’adattamento della tecnologia civile a buon mercato e facilmente reperibile da scagliare contro i costosi sistemi di fascia alta progettati per la guerra convenzionale tra Stati), così da migliorare la letalità prolungata nei conflitti ad alta intensità. Questo li rende ideali per abbattere bersagli piccoli e veloci come i droni e nel ruolo Counter-RAM. La tecnologia laser è in fase di sviluppo da decenni, ma ad oggi non rappresenta la riposta definitiva alla minaccia aerea improvvisata e al fuoco indiretto a basso costo a causa delle limitazioni a cui è soggetta (condizioni meteo, accumulo termico, portata e fonte di energia ad esempio). Rappresenta una opzione per diversi scenari operativi asimmetrici, attuali ed emergenti, un livello fondamentale di una ottimale difesa stratificata. Tutti gli eserciti moderni continuano a sviluppare tecnologie laser in grado di affrontare molteplici minacce utilizzando una gamma di opzioni crescenti. Queste capacità vanno dalle misure non letali (come l’abbagliamento ottico e la disabilitazione dei sensori) alla distruzione di un bersaglio».

Mentre scriviamo l’agenzia stampa TASS ha reso noto che «le forze aerospaziali russe (VKS) utilizzano i caccia Sukhoi Su-57 durante l’operazione militare speciale in Ucraina. L’uso del velivolo Su-57 in Ucraina è iniziato da due a tre settimane dopo l’inizio dell’operazione speciale. Gli aerei operano al di fuori della zona di distruzione attiva da parte dei sistemi di difesa aerea nemici, utilizzando armi missilistiche», ha affermato l’interlocutore dell’agenzia. Ma di che cosa si tratta?

Il Sukhoi Su-57 è il primo caccia di quinta generazione russo alla stregua dell’americano F-22 Raptor e del cinese Chengdu J-20. Il Su-57 Felon ha effettuato il suo primo volo nel 2010. Secondo il ministero della Difesa, tre Su-57 di produzione in serie sono operativi con l’aeronautica russa a partire da maggio 2022, oltre a diversi prototipi il cui stato non è chiaro. Il primo Su-57 di serie si è schiantato durante i test nel 2019 prima di essere consegnato alle forze armate. Ci sono state numerose segnalazioni sull’uso del Su-57 in Ucraina (confermato, invece, un suo rischieramento in Siria), la maggior parte delle quali basate su presunti avvistamenti di testimoni e filmati non verificati. Finora, la maggior parte del filmato che affermava di mostrare il Su-57 in azione non è stato verificato e non è stato possibile provare che gli avvistamenti mostrassero proprio il Felon. In ogni caso la dichiarazione dell’agenzia TASS è interessante poiché conferma, indirettamente, la reale minaccia che le difese aeree a terra ucraine rappresentano per gli aerei russi. Teoricamente, una piattaforma di quinta generazione come il Felon dovrebbe seminare il caos in un contesto dove operano caccia e sistemi di difesa aerea dell’era sovietica. Perdere un solo Su-57 in Ucraina sarebbe un dramma per Mosca. Infine secondo le ultime stime dell’esercito ucraino sono almeno 28.700 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Sarebbero stati abbattuti anche 204 caccia, 168 elicotteri e 460 droni. Inoltre gli ucraini affermano di aver distrutto 1.263 carri armati russi, 596 pezzi di artiglieria, 3.090 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 103 missili da crociera 20 lanciamissili, 13 navi, 2.162 tra veicoli e autocisterne per il trasporto del carburante, 93 unità di difesa antiaerea e 43 unità di equipaggiamenti speciali.

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