Rapporto Aiop, ‘esplose’ prestazioni per Covid e long Covid

Con la pandemia, c’è stata una “esplosione di prestazioni” per pazienti Covid, inclusi coloro che si sono trascinati a lungo gli effetti dell’infezione. Di contro, il blocco delle prestazioni sanitarie non-Covid, nel 2020, ha riguardato il 50% dei pazienti, con una punta del 71,5% per chi aveva interventi chirurgici programmati.

E questo fenomeno “si è manifestato, sia pure in maniera lievemente inferiore, anche per il 2021”. E’ quanto emerge dal 19/mo Rapporto sull’attività ospedaliera in Italia “Ospedali&Salute” dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop), presentato oggi al Ministero della Salute e basato su dati delle strutture sanitarie e interviste a campione sulla popolazione.

    Quanto riferito dai pazienti viene confermato dai dati forniti dagli ospedali, che, tra il 2019 e il 2020, mostrano una contrazione del -21% di ricoveri ordinari per i pazienti non-Covid, che arrivano a -23,9% per il Mezzogiorno. Mentre le prestazioni specialistiche vedono un calo del 30,3% nei primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, con valori più alti in Lombardia (-51,9%) e PA di Bolzano (-48,8%).

Mentre c’è stata una forte contrazione della domanda di prestazioni da pazienti non-Covid, sia per il blocco delle strutture che per la rinuncia legata al timore di contagio, la pandemia ha trascinato con sé “una domanda straordinaria” per i pazienti Covid o ex Covid.

“I dati sulle liste di attesa tra il 2020 e il 2021, risultano in contrazione per la popolazione generale, mentre sono in forte crescita, e più che raddoppiate, per chi ha avuto un’infezione da Sars-Cov-2, cosa che ha portato molte regioni a mettere a punto pacchetti per i sintomi da long Covid, da mal di testa a problemi di memoria, da problemi respiratori a digestivi”, ha commentato Nadio Delai, presidente di Ermeneia Studi & Strategie di Sistema, illustrando i dati del rapporto.
   

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