Germano, cultura sanità e istruzione in Italia vengono svendute

“È importante che la cultura venga
considerata come qualcosa di vitale per la popolazione, come la
sanità e l’istruzione. Ma tutte e tre purtroppo nel nostro Paese
vengono svendute e date in mano a gestione di privati, lanciate
nella gara dei profitti, uno dei risultatati è che i cinema che
si chiudono perché non fanno incasso e nessuno li sostiene”. Lo
ha detto Elio Germano dopo aver vinto il David di Donatello come
miglior attore protagonista per Berlinguer – La grande ambizione
di Andrea Segre.
    “Speriamo in un Paese che punti sul futuro – ha aggiunto
Germano, già vincitore di altri cinque David in carriera,
rispondendo ai giornalisti -. Puntare sul futuro non vuol dire
puntare sulle armi ma sulla sanità, sulla scuola, sulla cultura.
    Perché in questa maniera ci sentiamo sicuramente più tranquilli
Se i nostri soldi invece vengono spesi per armarci sicuramente
non siamo tanto sereni”. Germano condivide anche il discorso del
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in difesa del
cinema e delle sale: “Aiutare la cultura in questo Paese è una
cosa molto importante. Grazie alla cultura, a persone più
pensanti, si potrebbero evitare tanti dolori”.
    L’interprete romano, da sempre impegnato a livello sociale,
anche con l’associazione Artisti 7607, durante la cerimonia dei
David a Cinecittà ha dedicato il premio vinto “a tutte le
persone che lottano e continueranno a lottare per il
raggiungimento di quella parità di dignità che è nella nostra
Costituzione. Una persona povera deve avere la stessa dignità di
una persona ricca, poter accedere all’istruzione e alla sanità;
una donna la stessa dignità di un uomo; un italiano la stessa
dignità di uno straniero e, permettetemi di dire, un palestinese
la stessa dignità di un israeliano”. Con ‘Berlinguer – la grande
ambizione “volevamo raccontare tanto del nostro Paese perché è
una storia che non si conosce, non è nei libri di storia”. Gli
uomini e le donne “che hanno ottenuto tante conquiste
democratiche lottando con i loro corpi e volti, non avendo paura
di niente e nessuno. Gli dobbiamo tanto, questa nostra
democrazia viene dalle battaglie del movimento studentesco,
operaio, femminista”.
   

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